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Essere genitori in tempo di emergenza

Per i nostri bambini sogniamo un mondo fatato eppure gli eventi spiacevoli succedono e a noi adulti spetta il compito di
non preservare i nostri piccoli chiusi all'interno di una scatola di cristallo ma permettere loro di comprendere la realtà attraverso i loro occhi.
Prendendo spunto dall'emergenza sanitaria esplosa negli ultimi mesi e utilizzandola come esempio concreto proviamo a delineare insieme come affrontare con i bambini le notizie di cronaca e le emozioni, le domande, gli atteggiamenti da
questi generati.

SENTIRCI PRONTI A DARE RISPOSTE
Che lo vogliamo o meno non possiamo negare quanto sia facile per un bambino accedere a una qualsiasi notizia: social
network, internet, giornali, notifiche arrivate sul cellulare, chiacchiere e passaparola, tv... possiamo cercare di
limitarne l'esposizione ma impossibile evitarla completamente! Da qui la necessità e la responsabilità del genitore di
essere sempre adeguatamente informato prima di dare risposte e affrontare ogni conversazione. La domanda del piccolo potrebbe non arrivare nel momento giusto, facendoci sentire impreparati o semplicemente trovandoci troppo impegnati nel fare altro: accade, possiamo rimandare ma non ignorare! E se diciamo “ne parliamo dopo” quel “dopo” deve esistere perché è diritto del bambino ricevere risposte e il sentirsi accolto nelle sue domande garantisce un senso di sicurezza.
Come muoverci concretamente?

Innanzitutto è fondamentale informarci da fonti certe, definire una linea comune con il nostro partner e/o le altre figure che si prendono cura del piccolo, elaborare le nostre ansie a riguardo dell'argomento. La conversazione con nostro figlio dovrà essere quanto più comprensibile e in linea con i nostri metodi di comunicazione e relazione abituali ritagliandoci il tempo e la tranquillità necessari per rispondere a tutte le domande che potranno nascere.
E se non sapessimo rispondere?

Conosciamo la naturale propensione dei bambini a fare domande scomode e inaspettate, evitiamo risposte qualunquiste e approssimative, piuttosto prendiamoci il tempo per approfondire insieme o chiediamo aiuto!

SAPER OSSERVARE E DIALOGARE
Più che verbalmente il bambino molto spesso si esprime attraverso il gioco, il disegno, il comportamento: è importante che noi genitori facciamo attenzione a cambiamenti nella sua sfera non verbale (mal di pancia, inappetenza, scatti di rabbia, difficoltà nel sonno, pianti ingiustificati, modifiche nel suo modo di giocare e disegnare.., indicatori di un possibile
disagio.
Il piccolo può aver sentito parlare di alcuni argomenti senza aver ancora trovato il coraggio di condividerli con noi
maturando in sé una serie di domande ma anche di tensioni, paure, ansie.
In altri casi possiamo aver già affrontato insieme un x fatto di cronaca e proprio per questo nel bambino potrebbero
essersi generati “buchi neri”. Dobbiamo riuscire a entrare in punta di piedi nel suo mondo per aiutarlo a fargli tirar
fuori ciò che sta vivendo dimostrandoci rispettosi dei suoi tempi e delle sue paure e accoglienti rispetto alla sua
interiorità. Nulla crea più disagio e senso di solitudine del sentir minimizzare le proprie angosce. Poniamo noi domande a nostro figlio, aiutiamolo a esprimersi anche attraverso il non verbale, diamo una forma e un'identità alle sue parole,
entriamo nella sua realtà senza farci travolgere dalla stessa. A noi genitori è richiesto di essere un porto sicuro,
detective attenti e scrupolosi ma comunque non invadenti e affrettati.
Quali strumenti possiamo utilizzare in questo percorso? Va tutto ponderato sull'età del bambino e sulle nostre attività
quotidiane con lui: inserire iniziative “troppo eccezionali” anche se piacevoli potrebbe essere destabilizzante passando un messaggio di effettiva gravità della situazione. Diamo spazio a gioco simbolico, costruzione di racconti, disegni... con i più grandi anche la ricerca monitorata o condivisa di informazioni in siti ufficiali e affidabili.

MUOVERCI E FARLI MUOVERE ATTIVAMENTE CON COERENZA
Il contenimento della paura passa anche attraverso gesti pratici che noi adulti possiamo fare e insegnare ai nostri
bambini. Nel caso di un virus, ad esempio, è nostro compito seguire e trasmettere il rispetto di norme igienico-sanitarie
sentendoci e facendo sentire il nostro bambino più responsabili e parti attive nell'affrontare e sconfiggere “il nemico”.
E' fondamentale che i nostri comportamenti siano in linea con quanto espresso verbalmente: dare indicazioni precise e
accurate su ciò che va fatto ma essere noi i primi a non mettere in pratica le azioni spiegate non solo genera confusione
ma annulla completamente la componente verbale; dall'altro lato il cercare di arginare verbalmente un'urgenza per ridurre la paura ma muoversi con ansia lascia aperto il dubbio nel bambino che ci sia un qualcosa che non è stato detto molto più grave e pericoloso di ciò che è stato affrontato. E' per questo che la crisi richiede coerenza e allo stesso tempo un grande lavoro su se stessi.

NON STRAVOLGERE LA NOSTRA VITA
Per quanto tutto possa sembrare stravolto in un clima di emergenza i bambini hanno bisogno di stabilità e punti di
riferimento e ciò passa attraverso il mantenimento di una routine il più vicina possibile a quella che era la loro realtà
nel pre. Quando ciò è obiettivamente impossibile (vedi la chiusura forzata delle scuole) è comunque importante riuscire a creare insieme a loro nuove abitudini quotidiane che possano richiamare la vita precedente. Tra queste devono essere
previsti momenti piacevoli, in grado di mantenere alto il tono dell'umore ma anche attività educative che possano stimolare la crescita intellettiva.
Il compito non è facile: l'emergenza ci costringe a fare i conti in primis con noi stessi e il panico che la necessità di
una nuova organizzazione può creare in noi mantenendo attivo il ruolo di lavoratori e dimostrandoci nel tempo che siamo con i nostri figli molto più creativi e propositivi... e se non ce la facciamo richiede di trovare aiuti esterni intesi come persone che entrano fisicamente nelle nostre mura domestiche ma anche come rete social, valvola di sfogo e di condivisione attraverso chat, social network e gruppi vari.

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